Stop anticiclone, finalmente novità meteo per febbraio
Avevamo promesso un approfondimento inerente le possibilità novità della prima decade di febbraio ed eccoci, a proporvi quelli che potrebbero essere gli scenari meteo climatici del prossimo mese.
Partiamo dall’inizio: l’Alta Pressione. Alta Pressione che sta letteralmente cancellando gennaio. Vero è che di notte fa freddo, anche tanto, ma non può certo bastare. L’Inverno è ben altro, l’Inverno dovrebbe essere perturbazioni, ondate di freddo, nevicate, gelate. Abbiamo soltanto le gelate, innescate come ben saprete dalle forti inversioni termiche notturne.
Il blocco anticiclonico, che continua a dispensare stabilità atmosferica su mezza Europa, potrebbe cedere nel corso della prima decade di febbraio. Non dovrebbe trattarsi di un cedimento fragoroso, non di schianto per intenderci, piuttosto potrebbe trattarsi di un lavoro ai fianchi che dovrebbe fiaccare la resistenza anticiclonica sino a costringerlo alla resa.
Ma per mano di chi? A quanto pare del Vortice Polare, o comunque di un’enorme depressione in posizionamento sull’Atlantico nordoccidentale. Poco importa se saranno perturbazioni atlantiche o se si tratterà di irruzioni fredde. Ciò che conta è che lo scenari barico continentale potrebbe finalmente orientarsi in altre direzioni.
Qualche modello previsionale, giusto dirlo, propone una serie di impulsi freddi che qualora trovassero riscontro nei fatti potrebbero portarci un po’ d’Inverno. Magari non quello che ci si potrebbe aspettare dal mese di febbraio, ma si tratterebbe comunque di un’azione preparatoria a dinamiche ben più invernali per la seconda parte del mese.
Sì, perché nella seconda metà di febbraio la frenata del Vortice Polare potrebbe innescare scambi meridiani potenti e a quel punto le irruzioni artiche sì che potrebbero puntare decisamente il cuore del Mediterraneo. Quindi l’Italia.
Insomma, non tutto è perduto. C’è ancora il tempo di recupero, l’Inverno potrebbe salvare la faccia proprio in extremis e chissà che non sia capace di colpire più duramente di quanto lascino intendere i centri di calcolo internazionali.